Due testi poetici, uno appartenente alle composizioni rarefatte del Barocco, l’altro che attinge alla vena parodico-musicale della tradizione romanesca.      Ciro di Pers (1599-1663)     Orologio da sole  Con l'ombra sua del Sole i giri immensi  misura un lieve stile al Sole esposto,  e ben di questo di, che muore si tosto,  l'ore con l'ombra misurar conviensi.   Di quell'ombra al girar forz'è ch'io pensi  che con suoi passi al tumulto m'accosto;  né m'è il tenor di quelle note ascosto:  parlan del mio morir con chiari sensi.   Saette son ch'avventa arco di morte  quelle linee ch'io miro, e 'n van riparo  di tempra oppongo adamantina e forte.   A lo splendor del Sol veggio più chiaro  che del giorno vital l'ore son corte;  e ch'io son vanità da l'ombra imparo.     Ciro di Pers , dalla raccolta postuma “ Le poesie ”, 1666: la lirica ci fa conoscere il fascino luttuoso dell’ombra che dispensa, insieme, orrore e silenzio. Il tempo ...
 
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