#15 - L'orologio del futuro
“Ogni
cosa che poteva essere inventata è stata già inventata”. Così si esprimeva,
nel 1899, Charles H. Duell, sovrintendente dell’Ufficio brevetti U.S.A.,
sottovalutando in maniera grossolana la
portata inesauribile del progresso
tecnologico.
Forse, questa frase, però ben si adatta
all’orologio: dai tempi della meridiana, le innovazioni di prodotto/processo
sono state continue, raccogliendo la sfida della complessità e valorizzando il
legame con le radici profonde della creatività umana. Qualche esempio?
-
Echo Wall
Clock, orologio smart di Amazon
che si interfaccia con l’assistente virtuale Alexa per fungere da timer, anche
multiplo;
- The clock of the long now, l’orologio
del lungo presente, progettato per scandire il tempo per i prossimi 10.000
anni, ubicato in Texas all’interno di una montagna di proprietà di Jeff Bezos
(sempre lui, il patron di Amazon);
- Orologi
parlanti progettati per anziani, ipovedenti e non vedenti.
Quale , dunque, una futuribile, possibile
evoluzione per un orologio da parete? Un orologio integrabile nella domotica comune, in
grado di controllare automaticamente l’accensione di luci, macchinetta del
caffè e forno a microonde? O un orologio da cucina dotato di particolari sensori
che consentono di lanciare l’ allarme se avverte odore di bruciato?
Questo è il dominio della scienza. Nella fantascienza, la sfida è un orologio che consente di spostare indietro
le lancette delle ore, semplicemente per avere più tempo. Padroneggiare
finalmente il tempo nel modo in cui usiamo le piccole cose della vita.
Possederlo e non esserne posseduti. Non più servi, dominati, schiavizzati,
spinti ad un ritmo incalzante che non lascia spazio per la riflessione. Dominare
il tempo, afferrare i capelli di Kairòs, magari solo per pochi minuti, quelli
che ci mancano quando siamo in ritardo per una lezione. Con buona pace di Chronos.
Bibliografia:
Marie D. Jones, Larry Flaxman, Viaggio
nel futuro, Milano: Gruppo Editoriale Armenia S.p.A., 2013
Sitografia:
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